
DI VASO IN VASO
raccogliere frammenti indecisi
a cura di Fabio Carnaghi
Paola Angelini, Lorenza Boisi, Jacopo Casadei, Gianluca Di Pasquale, Daniele Giunta, Filippo La Vaccara,Corrado Levi, Yari Miele, Gianni Moretti, Vera Portatadino, Kristian Sturi, Michele Tocca, Devis Venturelli
inaugurazione sabato 15 ottobre 2016, ore 11,30
16 - 23 ottobre 2016
Studio B&G, Milano
Un vaso portafiori e un’identità poliedrica. Questi gli elementi essenziali di uno still life che rimette in discussione l’estetica del gesto artistico contemporaneo parlando un linguaggio di ieri, ma sempre più nitido nella memoria e nel suo valore intrinseco. Il design degli Articoli Fantasia di Antonia Campi porta con sé il prodigioso approccio alla forma, proprio dell’esperienza della Società Ceramica Italiana a Laveno, che ha reinventato con estrema vivacità il décor del quotidiano, costruendo ad arte pezzi in serie per la casa. Questo concetto domestico di stampo pontiano si riedita oggi in una collezione di opere d’arte contemporanea unica nel suo genere.
Ne è derivato un progetto multiforme che ha conosciuto diverse fasi di sviluppo che hanno portato alla luce la valorizzazione di una stagione aurea per la storia della creatività e dell’industria italiane e l’opportunità per artisti, provenienti da differenti percorsi culturali, di confrontarsi con pratiche espressive inconsuete per l’arte contemporanea.
Tale progetto promosso da MARS può già vantare una ricca cronistoria.
Il progetto parte da Laveno nel 2015, quando per Midec – Museo Internazionale Design Ceramico, Lorenza Boisi ha ideato Vasi Comunicanti, un laboratorio di decorazione ceramica in tecnica sottosmalto a secondo fuoco, in cui gli artisti invitati si sono dedicati ad intervenire su vasi realizzati a partire da alcuni stampi da colaggio storici della Società Ceramica Italiana. Ne è conseguita un’esposizione presso il Midec di Laveno.
Una collezione di pezzi unici nati dall’esperienza lavenese viene presentata a Casa Testori con la mostra Articoli Fantasia nell’ambito della rassegna Botanica. Dall’Arte alla Natura. I vasi in mostra sono stati presentati in abbinamento ad un fiore, rivivendo nella suggestione di una dimora di inizio Novecento.
I vasi vengono proposti a Milano attraverso un nuovo concept progettuale in cui alla collezione originaria vengono aggiunte nuove acquisizioni, tra cui pezzi inediti di Lorenza Boisi ed il grande archivio digitale di Devis Venturelli con la videoinstallazione Dancing Columns.
La velleità di ricreare un paesaggio ed un ciclo vitale in vaso è da sempre la rappresentazione di una tangenza tra naturale ed antropico, tra selvaticità e cattività, tra spontaneità e cultura. Che abbia la forma di un vaso fittile o di un cesto, usato dalle donne greche durante le Adonie in cui impiantare orti in miniatura, oppure la sagoma della coppa schiacciata del pun cinese, che ha dato nome alla pratica del bonsai - in origine riproduzione di un’orografia rocciosa - il vaso è espresso quale contenitore di una natura portatile, osservabile dal vero ed addomesticabile, almeno in apparenza.
Di vaso in vaso raccogliere frammenti indecisi mette in luce la profonda relazione tra il vaso, inteso come oggetto di interni, quasi un simbolo primario - che contiene celando e che al contempo manifesta esteriormente una forma - e il suo decoro. Una corazza, un guscio, una protezione, un contegno che permea il contenuto vitale di una natura recisa e fragile. In questi termini la destinazione urbana della suppellettile per antonomasia spinge ad una riflessione su quanto di naturale sopravviva nei meandri dell’insediamento umano prevalente, la città. Il terzo paesaggio, in cui la biodiversità tra natura endogena ed esogena predomina incontrastata quasi per un accidente germinativo, è luogo della ricchezza custodita e recondita. L’apparenza trasandata dell’incolto nei margini infrastrutturali della città diventa spazio da preservare. I vasi decorati dagli artisti, portatori della loro storia formale ed estetica, trovano nel contemporaneo la loro destinazione: mettere a dimora la fragilità di una natura estrema e composita, dalla cui diversità prendere spunto per individuare nei margini dimenticati la traccia di una possibilità di sopravvivenza e di rigenerazione. Ed ecco apparire dai vasi un jardin planétaire che racchiude l’identità frammentaria di una natura costretta in uno spazio liminare ma capace di trasformarsi in paesaggio e metafora umana.
Attraverso la mostra MARS si relaziona con la trasversatilità e l'interdisciplinarietà entrando in uno studio di psicoterapia, luogo antropologico dell'immaginario. La collezione di vasi assume un valore identitario nel dialogo con lo spazio e le sue implicazioni culturali.
MARS ha collaborato con Studio di Psicoterapia B&G, che accanto all’attività professionale si propone come luogo aperto a progetti di interazione, scambio e dialogo tra discipline diverse, al fine di creare uno spazio condiviso dove possano crescere e svilupparsi nuove idee e nuove forme di comunicazione.














