Lavinia Raccanello
RITRATTO ANARCHICO D’ITALIA

one night event
Mercoledì 14 settembre 2016, dalle ore 18
 

Vincitrice del Premio Mars a The Others Art Fair di Torino nel 2015 con un progetto presentato assieme alla Galleria Moitre sugli anarchici a Torino durante la Resistenza. Per la sua mostra a Mars Lavinia Raccanello propone una raccolta di ritratti di anarchici italiani realizzata attraverso uno studio topografico del nostro Paese.
Lavinia Raccanello, nata a Vicenza e nomade per vocazione, nella sua pratica artistica evidenzia le relazioni tra esseri umani, società e giustizia sociale, con una particolare enfasi sul potere della dialettica e della pratica partecipatoria, e il conflitto tra potere dello stato ed autonomia e responsabilità personali. Ha esposto in Cile, Finlandia, Italia, India, Irlanda, Messico, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svizzera, con mostre personali a Glasgow, New York e Torino.
 

Testo di Lepetitemasculin

There was a time when men imagined the Earth as the center of the universe. The stars, large and small, they believed were created merely for their delectation. It was their vain conception that a supreme being, weary of solitude, had manufactured a giant toy and put them into possession of it.
When, however, the human mind was illumined by the torch-light of science, it came to understand that the Earth was but one of a myriad of stars floating in infinite space, a mere speck of dust.

L’incipit di Emma Goldman e Max Baginski per la prima uscita di Mother Earth, nel marzo 1906, dissolve in pulviscoli stellari l’antropocentrismo, sparpagliando nell’universo i punti di vista, con posture fluttuanti tra torce luminose che vagano in uno spazio infinito: il paesaggio è vago, a-nonimo: nella copertina del pamphlet in primo piano la verticale dell’albero segna l’atto primordiale di una rivolta “queer” che spezza le catene del “great beyond” paradiso-inferno maschio-femmina. Mother Earth come re-start in sguardi multi-direzione, invasi dalla liquidità che scivola da un pianeta vicino-lontano. Annientamento delle gerarchie prospettiche cielo-terra che Robert Minor, illustratore attivista americano, marca nella cover per il numero uno del marzo 1916: un globo terrestre sostenuto da una mano che irrompe dalla linea di terra del foglio. Nel globo linee curve e macchie scure evocano un mondo: “Our Country!”.
Pianeta Mars 14 settembre 2016: Emma Goldman è già entrata nelle viscere dell’anarco-femminismo con le parole fissate nel 1976 da Barbara Morgan nella geografia anatomica di Red Pepper Poster, la stella Melancholia di Lars von Trier ha già ingoiato la Terra e, come nella fotografia del film Dark-Night di Tim Sutton, appena presentato alla Biennale del Cinema di Venezia, lo spettatore è coattamente presente nell’immagine che non è più rappresentazione. La mancanza di soglia, come le utopie e le profezie, indica un tempo di anarchia: Ritratto anarchico d’Italia di Lavinia Raccanello.
Con le sue 26 carte Lavinia abbandona la toponomastica e si sottrae alla demonologia delle mappe, nello scarto tra magia e ipnosi. Magia come mappa di nomi in un panorama di esaltazione della specularità senza specchio, che nomina per cancellare. Ipnosi afasica come erotizzazione senza tempo, che attraverso la de-nominazione criminalizza il discorso-azione.
Lavina svela come la topologia disegna tracciati nella completa estraneità dal reale e vi contrappone, attraversando l’odonomastica, il paesaggio come opera della mente. Arte al limite del potere, come torch-light of science: arte-flottante in a myriad of stars che nello spazio cartografico svuotato di senso, e nel disorientamento provocato dalle sovrapposizioni, elima gli indici toponomastici.
Nel Ritratto anarchico d’Italia l’arte agisce come spot-light: rivela i nodi di interdipendenza delle assunzioni, aprendo il rapporto tra e-vocazione e anarchia a un paesaggio distopico, di pianeti in rivoluzione sconosciuta.
 

Lepetitemasculin, MARS 14 settembre 2016

 

- "Ritratto Anarchico d'Italia" su A/Rivista Anarchica, novembre 2016

 

- Emanuele Beluffi, Dalle icone bizantine agli anarchici: la lunga militanza dell’arte, Il Giornale OFF, 21 settembre 2016