QUADRIFORMIS

Maurizio Candeloro | Marzia Moretti | Marcello Tedesco | Devis Venturelli
 

Maurizio Candeloro
#Benvenuti, installazione mixed media, 2014

Muovendo dalla ricerca che svolgo nel campo del desiderio, sia privato che collettivo, percorro necessariamente la direzione della dialettica tra personale e politico. In questo senso #Benvenuti è stata pensata come un'installazione immersiva in cui lo spettatore può fruire il lavoro non solo come testo visivo ma anche come biblioteca.
Un materasso da culla con un foro di sigaretta (monobuco), lattine di bibite a zero calorie, un posacenere in cristallo della nonna, qualche foto che sovverte la mensola dei ricordi, idea alla quale però si aggrappa. Su un iPad va in loop la video intervista a Martina De Rosa, artista con la quale ho convissuto in maniera non?convenzionale per più di 10 anni. Ai bordi due testi in consultazione, provocatori e densi di spu(n)ti di riflessione, "Manifesto del doppio orgasmo maschile" e "Le cule perse (o per sé)", inedito tradotto da me per la prima volta in italiano, affinché avesse diritto di cittadinanza anche nella nostra lingua.
Parlo d'amore, di famiglia e del sentirsi a casa. Sentimenti marginali perché personali, ma fondanti se resi collettivi. E vi chiedo questo: come possiamo abitare, se non creiamo la possibilità di sentirci a casa? Allora accomodatevi. Prendete il tempo di cui avete bisogno per leggere, ascoltare e consultare. Per bere e fumare. Entrate là dove probabilmente non
andreste da soli. E se non volete starci da soli, invitate pure qualcun altro a stare con voi. Siete i benvenuti.
 

Marzia Moretti
Senza Titolo, installazione, 2012

All'interno di una ricerca che ha come oggetto di indagine l'identità, nelle sue diverse accezioni, Senza titolo 2012 si delinea come l'evidenza della costituzione cosciente di un altro da sé, dove non ci sono conflitti, opposizioni o esclusività, ma costante dialogo e fluidità di azione e pensiero che rendono possibile la coscienza di uno stesso che può essere un altro.
A questo concetto fa eco la scelta di aver posto i due libri che compongono il lavoro in due diverse copie ognuno, presentando fisicamente la loro alterità, oltre che per le traduzioni o per le revisioni apportate al testo, in cui non viene inficiata la loro essenza di essere la stessa narrazione.
 

Marcello Tedesco
La lingua che scolpisce, video, 2013

Ho seguito per diversi mesi una mandria di cavalle selvatiche lungo le dorsali delle Dolomiti del Brenta, notando come nelle ore più calde si ritirassero sempre nel medesimo luogo all'interno del bosco, dove leccavano le pietre di granito presenti nel terreno in quella zona. Oltre che per assumere delle piccole quantità di sale, necessarie per rigenerare l'organismo, mi è sembrato che quell'azione esprimesse un vero e proprio impulso scultoreo. Successivamente mi sono procurato dei blocchi di sale che ho appeso all'albero dove solitamente le cavalle si fermavano e, come avevo immaginato, il blocco di sale è diventato l'oggetto del loro duplice impulso: nutritivo e scultoreo. L'informe e opaco blocco di sale dopo alcuni giorni si trasformava in una materia traslucida e levigata, in una forma complessa, a tratti geometrica e architettonica, che suggerisce l'idea di organo, di una nuova e sconosciuta genetica. L'atto di dare forma alla materia attraverso la lingua ha suggerito nuovi spunti alla mia ricerca di un linguaggio slegato dal concetto di storia ufficiale e alle modalità semiotiche ad essa connesse.
 

Devis Venturelli
Woodism, collages da riviste di architettura, 2013-2014

Woodism prende spunto da una ricerca sui materiali dell’architettura. Frammenti di essenze legno su carta patinata estratte dal contesto specializzato dell’interior design e dell’architettura contemporanea divengono nuovi repertori costruttivi che equivocano con l’eidotipia e la tarsia. Gli edifici, gli oggetti di design o le superfici lignee fotografati sono materia da riplasmare, fra ritaglio e composizione, residuo e avanzo, fra volontà di forma e lo scarto imprevedibile dell’intervento manuale. Ne derivano pattern non seriali che alludono sia a macrospopie di nuovi habitat che a colonie di forme naturali, che nell’installazione si giustappongono fra loro per creare un lacerto di boiserie in dialogo con lo spazio.
 


Veduta della mostra


Maurizio Candeloro


Marzia Moretti


Marcello Tedesco


Marcello Tedesco


Devis Venturelli